domenica 24 agosto 2014

Intervista a Tommaso Ieva di Giuseppe Chiaramonte


GIUSEPPE CHIARAMONTE 
Iniziamo da lontano. Tu sei nato in Germania e lì hai vissuto per la maggior parte del tempo, a parte una parentesi di alcuni anni in Italia, dove hai ricevuto una prima e importante formazione musicale. Musicalmente (ma non solo) parlando, ti manca l’Italia? Pensi di tornare un giorno? 

TOMMASO IEVA
Dunque, dal 1985 al 1995 ho vissuto in Italia, dove ho ricevuto la mia prima formazione in chitarra classica presso l'associazione “Amici della musica” di Andria, ho goduto di una preparazione molto solida e “classica” che si concentrava su una preparazione fedelmente orientata al vecchio ordinamento vigente presso il conservatorio di Bari. L'Italia è relativamente vicina dal punto di vista geografico, mi mancano ovviamente tantissime cose tra cui i legami indelebili con la mia radice culturale nonché patria e madrelingua, ma per fortuna ho spesso la possibilità di rientrare per brevi periodi, pertanto riesco in parte a colmare la mancanza. E' difficile affermare di poter rientrare in via definitiva, in quanto esiste attualmente una situazione particolarmente proibitiva un po’ per tutti i giovani, l'auspicio è di ritrovare un giorno un tragitto percorribile, anche se devo ammettere che non è facile intravederne una realizzazione.

G.C. 
Si sente spesso dire che l’Italia non è un paese per musicisti, per tutta una serie di motivi. Cosa ci dici della Germania? 

T.I.
Parlando dell'Italia credo che tutti siano concordi nell'affermare che si tratti di un Paese che in passato (come ancora oggi) ha saputo dare un'indelebile traccia ed un notevole apporto nella divulgazione e sviluppo di tutte le arti, spiccano di epoca in epoca i grandi maestri, partendo da quelli rinascimentali, fino a giungere a quelli contemporanei. Secondo me il nocciolo della questione è che la nostra condizione attuale è una condizione poco agiata a causa di un ambiente difficile. A rendere le cose ulteriormente complicate è il dato di fatto che in altri campi professionali è magari meno arduo ed estenuante affermarsi e guadagnarsi da vivere. Il problema maggiore è la scarsa valorizzazione dei nostri talenti, spesso si assiste alla commercializzazione e divulgazione di tutto ciò che è immediato e passeggero, forse è nel nostro “Zeitgeist”, come direbbero i tedeschi, negare al musicista di classe emergente quel sostegno a volte determinante; a mancare è soprattutto un “Leitmotiv” che potrebbe spingere i più dotati verso indelebili orizzonti, raggiunti dai nostri avi. E' una questione legata alla mentalità contemporanea di fondo e con ogni certezza anche alla mancanza di una rete strutturale ed istituzionale pronta ad investire in una elevata qualità formativa, non contribuendo in maniera sufficiente a creare le premesse per un risvolto professionale duraturo e stabile. Si finisce quindi nella rete della precarietà che soffoca tanti talenti sul nascere. La Germania è dotata di una politica giovanile protesa ad investire, la mentalità consiste nel fornire servizi sempre più competitivi;  esiste pertanto, vicino al settore industriale trainante, una possibilità, per il campo artistico-culturale, di funzionare. Ne scaturiscono tante opportunità dove è sicuramente possibile portare avanti progetti importanti. Le istituzioni forniscono possibilità anche se non posso negare che sono subentrate restrizioni anche qui negli ultimi tempi.


G.C.
Nella nostra ultima chiacchierata mi dicevi che come docente hai tantissime richieste, suppongo che ci sia una particolare sensibilità da parte delle famiglie, delle istituzioni etc. verso la didattica musicale. Nel contempo tu sei un concertista, registri dischi e organizzi da qualche anno un importante Festival Internazionale a Vaihingen (Gitarrentage Vaihingen), di cui parleremo dopo. Come riesci a conciliare tutti questi impegni e, soprattutto, se dovessi ordinare per priorità le tue attività di docente, organizzatore di eventi, concertista, quale sarebbe quest’ordine?

T.I.
A volte mi pongo la stessa domanda, analizzando la mole di lavoro scaturita ed assolta nel corso di un anno di lavoro, rivisitando tutti i compiti svolti , riflettendoci mi rendo conto delle proporzioni ciclopiche che comporta il coordinamento di questi ambiti che comunque hanno una peculiarità in comune, dato che da un certo punto di vista si correlano e completano tra loro. Credo sia possibile conciliarli attraverso la tenacia, il duro lavoro, la determinazione nel riuscire a portare tutti i compiti al termine, la forza di volontà e soprattutto la pianificazione immediata ed attenta. Certo, gestire e portare a termine un festival intero, dove oltre a dirigere, pianificare, eseguire un concerto al contempo ho svolto compiti amministrativi, devo ammettere è un compito tutt'ora non facile, tuttavia di fatto ad oggi siamo giunti alla 4a edizione che attesta la risolutezza con cui è stata pianificata ogni stagione ed edizione dello stesso. Alla fine contano i fatti e le ottime recensioni ricevute che ricaricano di energia positiva il festival dotato di un'atmosfera più unica che rara. Al di là di qualsiasi cosa che a seguito di una maggiore esperienza possa ancora crescere, il festival sembra essere partito collocandosi tra gli eventi culturali di spicco e maggior apporto internazionale siti nella cittadina di Vaihingen. E' sicuramente come uno dei più innovativi nel panorama chitarristico internazionale che riesce a coinvolgere chitarristi provenienti da tutti i continenti.
Conciliare e correlare tra loro queste attività è stato da sempre un sogno, posso affermare di aver saputo avverare in una parte della mia vita questi tre campi quasi in conflitto tra loro, non vorrei dare un ordine prioritario a l'una o l'altra attività svolta. Ma sono convinto che esse siano correlate tra loro da un vincolo che le intreccia a volte favorendole, a volte portandole in contrapposizione tra loro, ma esse si incontrano, si mescolano dando vita ad unicum di straordinaria vitalità ed intensità. L'attività pedagogica con allievi di tutte i ranghi, come i concerti in Italia e fuori ed il costante scambio e lavoro di collaborazione, organizzazione e contatto con i colleghi hanno fruttato risultati interessanti, producendo nuove opportunità condivise e apprezzate da tanti.  


G.C.
Come esecutore hai un repertorio che spazia dalla musica rinascimentale alla musica contemporanea, ma vorrei sottolineare soprattutto l’importanza che dai alle trascrizioni, per le quali proponi un taglio molto personale, con l’utilizzo anche di effetti ricercati sulla chitarra classica che stanno avendo un bel successo tra il pubblico e tra i colleghi chitarristi. Vuoi fare qualche esempio?

T.I.
Sicuramente è la trascrizione di “Libertango”,  unica nel suo genere per come è stata ideata, che ha da sempre riscontrato il plauso da parte di pubblico e colleghi. Nella stessa ho applicato una tecnica ibrida a cavallo tra percussione della mano destra e percussioni della mano sinistra che nel contempo tracciano anche il ritmo armonico. E' questa miscela semplice ed efficace  a rendere il brano interessante, mi auguro che presto sarà possibile ascoltarlo su Youtube ed inoltre ho deciso di pubblicarne una trascrizione sul mio sito Web in allestimento anche se qui dovrò, prima ancora di affermarlo con certezza, accordarmi con la Curci G.m.b.H. e la GEMA di Berlino, che in collegamento con Milano ha il potere di dare il via libera. Un altro aspetto interessante è che nello stesso brano esiste una sezione intermedia di cui io stesso ne sono scrittore in sintonia con tutta Libertango, questa parte apporta un ampliamento interessante e discreto che non ne sconvolge la stesura originale, rispettando la scrittura di A. Piazzolla e rendendola una trascrizione unica con un'impronta del tutto personale ed originale.

G.C.
Sta per uscire un tuo disco dal titolo “La Catedral”. Vuoi darci delle anticipazioni sulla scelta del repertorio, la scelta del titolo...? Vogliamo incuriosire i nostri lettori…

T.I.
Il mio primo lavoro che sarà pubblicato in autunno. Il CD è uno spaccato di diverse epoche. Partendo dall'epoca rinascimentale giungerò fino alla musica contemporanea. Ho deciso di intitolarlo "La Catedral“ in omaggio ad Augustine Barrios, la cui morte ricorre 70 anni fa. Ci saranno alcuni pezzi molto interessanti di Dowland, poi Narvaez, Rodrigo, Tarrega, Stepan Rak e tanti altri ancora …
Il CD e' nato durante diverse fasi. E‘ interessante perché varia molto anche dal punto di vista del suono; ho utilizzato diverse soluzioni timbriche adoperando il capotasto, usando diverse chitarre ...

G.C.  
Che strumenti usi solitamente per le tue performance? Quali sono gli strumenti che preferisci? Usi gli stesso strumenti per registrare e per suonare dal vivo? Mi parlavi anche di una fedele riproduzione di una Stauffer del periodo romantico con la quale suonare il repertorio della prima metà del XIX secolo, hai già delle registrazioni con questo strumento?

T.I.
Di solito uso una chitarra Stauffer nella parte iniziale, che adopero anche per la musica antica, il suono si presta molto bene anche per dare un carattere più autentico alla musica rinascimentale, ad esempio, una sorpresa!, cosa che non avevo minimamente tenuto in considerazione quando ordinai lo strumento, infatti credevo di usarla solo ed esclusivamente per suonare compositori romantici, finché riscontrai che il suono è davvero molto più „universale“ di quanto si possa immaginare. Altrimenti ho strumenti tedeschi innovativi come ad esempio una chitarra costruita da Carl Herrmann Schaefer, di cui spicca molto sia la volumetria che la rotondità del suono. Ho inoltre una chitarra tradizionale che si rifà a Torres, costruita da Nikola Minev, molto bella, le cui timbriche sono particolarmente indicate per l'interpretazione di Tarrega e compositori dell‘epoca tardo romantica spagnola oltre che quelli del novecento storico nostrano.


G.C. 
Cambiamo argomento, e parliamo finalmente del Festival Internazionale Gitarrentage Vaihingen. Ho dato uno sguardo al programma del 2014 e agli artisti presenti e devo dire che è veramente notevole da tutti i punti di vista. C’è spazio per giovani esordienti così come per chitarristi affermati, ci sono numerosi concerti, conferenze e masterclass, e via dicendo. E poi c’è  spazio per diversi generi musicali (classica, flamenco, jazz…). Un festival a 360 gradi insomma.  Ma lascerei la parola a te. Vuoi parlarci di come è nato questo evento? Com’è la risposta della gente e delle istituzioni di Vaihingen e dintorni? E, in particolare, quali sono le novità dell’edizione di quest’anno, dove avrò l’onore di partecipare anche io?

T.I.
Nel 2010 suonai su invito del direttore di una delle scuole dove iniziai la mia attività di insegnante, nella chiesa ormai sconsacrata ed adibita a sala auditorium di Vaihingen, notai immediatamente le eccellenti qualità acustiche di cui essa era dotata. Ricordando l'esperienza di altri festival frequentati a Nuertingen, Wetzlar oppure Darmstadt mi venne in mente l'idea di provare a condividere le potenzialità della sala con altri chitarristi, non immaginando ancora che da lì avrei addirittura creato le premesse per un festival il cui risvolto e la cui crescita hanno ad oggi contribuito a dare spazio sia ai giovani ( vedasi Jugendgitarrenorchester Baden Wuerrtemberg ), che ai chitarristi affermati, come ad esempio Heike Matthiesen, Giulio Tampalini, Stefan Hladek, oppure giovani talenti ormai affermati come ad esempio David Dyakov, Francesco Teopini, Antonio Malinconico e tantissimi altri ancora che non sto qui ad elencare perché basta consultare il mio sito: http://gitarrentagevaihingenenz.jimdo.com/.
Ho creato il festival per dare spazio e rilievo a tutti. Una particolare attenzione rivolgo ai giovani chitarristi dotati in cerca di una seria possibilità di esibirsi. Ho fatto del mio meglio per creare sinergie con realtà locali, ma ho anche coinvolto artisti provenienti da tanti paesi diversi, così facendo abbiamo avuto ad oggi (e siamo giunti soltanto alla quarta edizione) chitarristi provenienti da ogni dove. E non soltanto chitarristi, anche
percussionisti, ballerine, cantanti, violinisti e cosi via, dato che la musica cameristica con la chitarra trova sempre un posto di rilievo nelle diverse edizioni.  La gente è man mano aumentata di edizione in edizione e a oggi abbiamo riscontrato un ottimo supporto grazie soprattutto alla gentile attenzione e sensibilità del
comune di Vaihingen an der Enz.
L'edizione di quest'anno vedrà diverse novità, ci saranno di nuovo diversi corsi, un congresso per l'esposizione di strumenti storici e contemporanei, un congresso con le chitarre appena forgiate condotto appunto da Giuseppe Chiaramonte, Masterclass sia per l'interpretazione di musica antica (con il supporto della liutista Sigrun Richter) che moderna, grazie a Stefan Hladek e tanti altri.
Inoltre il programma sarà arrichito di musica flamenco, Fingerstyle e Jazz grazie alla partecipazione di Afra Rubino Malmstroem da Goteborg ( Svezia ), Ray Sandoval (Londra ) e David Lindorf ( Austria ). Sta a voi non perdervi quest'evento !      

G.C. 
Parliamo un po’ dei tuoi progetti futuri. So che stai già pensando all’edizione del festival dell’autunno 2015! E so che stai già lavorando su un nuovo CD, completamente diverso… possiamo avere qualche anteprima per i lettori del nostro Blog? 

T.I.
Il mio prossimo lavoro discografico si baserà su musiche di J.S. Bach, J.K. Mertz, Giulio Regondi, C. Domeniconi. In questo disco la chitarra Stauffer, ora ancora in una fase di “rodaggio”, godrà di una particolare applicazione con uso di corde in Nylgut …

G.C.  
Tommaso, ti ringrazio a nome di tutto lo Staff del Blog Chitarra e Dintorni Nuove Musiche per la tua disponibilità e sarai sempre il benvenuto se vorrai condividere con noi i tuoi progetti e i tuoi eventi futuri. Una piccola anticipazione per i lettori del Blog… potrete ascoltare Tommaso Ieva dal vivo in Italia a Brescia nel mese di settembre 2014… non mancheremo di segnalarvi tutti i dettagli appena saranno in nostro possesso!  


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