venerdì 15 aprile 2011

Intervista a Pino Forastiere, quarta parte


Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Le faccio questa domanda anche il relazione al fatto che lei ha realizzato diversi dischi con l’etichetta america Candyrat Records.. come viene curata la loro distribuzione?

Generalmente parlando non mi piace pensare che ieri era meglio di oggi anche perché l’unica cosa che mi interessa davvero è il domani, e quindi se oggi i supporti di registrazione sono cambiati e si usano formati compressi, bisogna lavorare facendo in modo che tali supporti suonino bene. Io lavoro molto sulla qualità del suono. Se un disco è registrato bene, suonerà bene anche in mp3… beh, forse un po’ meno, ma tant’è.
Circa il rischio di perdersi nei grandi numeri sono d’accordo, ma da un mondo che afferma la superficie come ideale cosa ci si può attendere? Io non riesco a fermarmi alla superficie delle cose perché mi annoio. Non ho moltissimi dischi a casa, mi piace ascoltare e riascoltare ma anche avere un sano vuoto da cui poter ripartire.
La mia etichetta discografica, la Candyrat Records, produce quasi esclusivamente musica per chitarra acustica. Ha uno dei canali più visitati su Youtube (48esimo tra i canali musicali di tutto il mondo), vende i propri artisti attraverso il proprio sito che ha centinaia di migliaia di iscritti, quindi lavora fondamentalmente in rete, e anche tramite i maggiori distributori digitali come Amazon e ITunes.

Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta.. Che musiche ascolta di solito?

Non sono un grande divoratore di musica, quando compongo non amo ascoltare musica, preferisco rimanere concentrato sugli spunti la cui elaborazione mi impegna molto e ascoltare musica mi distrae. Generalmente parlando preferisco il silenzio, la parete vuota cui accennavo prima è lo scenario che scelgo. Quando ascolto mi piace spaziare: da Bach a Stravinsky passando per i King Crimson e Charles Ives, un po’ di sano rock non manca mai, di jazz (Coltrane e Bill Evans) e anche qualche canzone pop ( Björk, REM). Ascolto poco i chitarristi e la musica per chitarra. Cinque dischi da avere con me? Onestamente non saprei... forse Glenn Gould che suona le Variazioni Goldberg, Stravinsky che dirige Stravinsky, Charles Ives (Central Park in the Dark, Three Places in New England), Ligeti (Atmospheres e Lux Aeterna ), Steve Reich (Music for 18 Musicians). Una volta sull’isola potrei pentirmi di molte dimenticanze ma questi sono i primi che mi sono venuti in mente!

Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

Le partiture della musiche comprese nei dischi di sopra!!

Il Blog viene letto anche da giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli ti sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

Non smettere mai di studiare, analizzare, leggere quanto più è possibile di filosofia, di fisica, riflettere in silenzio sulla natura umana e riconoscere con onestà intellettuale i propri limiti, cercando non tanto di superarli quanto piuttosto di trasformarli in peculiarità personali, in elementi originali, in una voce unica. Non avere paura di usare il libero arbitrio per affermare la propria personalità, e non una immagine sbiadita fatta solo per compiacere.

Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?

Ho avuto un anno molto intenso dal punto di vista dei concerti (tour in UK, Canada e Stati Uniti) che continuerà così fino alla metà del 2012. Sto lavorando su nuova musica per chitarra che probabilmente sarà edita all’inizio del 2012. Stiamo iniziando a pensare ad un nuovo lavoro con Guitar Republic con Sergio Altamura e Stefano Barone per l’anno prossimo. In testa mi balena ogni tanto lo spunto per un nuovo brano per chitarra elettro-acustica e orchestra con un organico diverso da “Why Not?”, ma è solo un flash che ogni tanto si accende... vedremo.

Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?

La musica è vita, la musica è la mia vita. E’ la voce dello spirito. Onestamente non so se la musica possa aiutare l’uomo. L’uomo fa cose terribili contemporaneamente a cose meravigliose, eppure queste ultime non riescono a mitigare la natura distruttiva che è insita nell’essere umano. Non so se l’uomo potrebbe essere peggiore di quello che è senza le arti, musica compresa; immagino di si, ma non ne ho la prova. Io intanto continuo a inventare musica che è comunque meglio che costruire e vendere armi. O no?

Decisamente! Grazie Pino!
Andrea Aguzzi

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