lunedì 31 gennaio 2011

EXITIME 07 - Voci del Contemporaneo di Carlo Siega




Contrariamente a quanto possa oramai sembrare, forse, presentare un concerto in pieno orario
pomeridiano - e di sabato, per di più- non risulta essere proprio una cattiva idea, soprattutto se la risultanza è un tutto esaurito.
Ideata e prodotta da Paolo Aralla e Francesco La Licata per l’ Ensemble FontanaMix di Bologna, la stagione EXITIME muove dalla volontà di creare nella sede del “Museo internazionale della
Musica” di Bologna un ambiente di incontri, concerti e seminari dedicati alla musica contemporanea, in cui sia i compositori ospiti, sia i musicisti, ma anche e soprattutto il pubblico
abbiano modo di interagire fra loro.
Questa settima edizione si presenta come un’ altra grande occasione per poter esplorare le “Voci del Contemporaneo”, dove l’ Ensemble FontanaMIX, ricombinandosi in cangianti formazioni,
condurrà il pubblico lungo un itinerario di cinque concerti tra i mesi di gennaio e aprile.
L’ inaugurazione quest’anno é stata affidata al trio composto dalla pianista Irene Pucci, al chitarrista Walter Zanetti e al contrabbassista Emiliano Amadori.



E’ proprio quest’ ultimo a muovere il primo passo, proponendo “Esplorazione del bianco I” per
contrabbasso solo di Sciarrino. Seguendo alcune tracce del compositore (riportate nell’ utilissimo
libretto di sala), Amadori si destreggia egregiamente in un luogo che rassomiglia ad un grande
deserto musicale, fatto di silenzi, increspature improvvise e sibili che sembrano cercare quei segreti che il bianco “allo sguardo comune non disvela” (Sciarrino).
“Io amo il suono sporco, distorto, violento, visionario che le musiche pop hanno saputo a volte
esprimere e che cerco di integrare dentro la mia scrittura”: questa breve dichiarazione di intenti
esprime in toto l’indole di “Trash TV Trance” del compianto Fausto Romitelli. In poco più di dieci minuti i formalismi in cui quasi tutti noi siamo ingabbiati vengono frantumati da un Mix demolitore fatto di loop, interferenze elettromagnetiche e distorsioni “grunge” cariche di inaudita ferocia.
Accordi come ruggiti creano barriere sonore che vanno ad intaccare sezioni ritmiche “loopate” dal colore decisamente più mite, come a trattarsi di un virus. A Walter Zanetti viene imposto dunque un lavoro estremamente intenso, ma a cui adempie coscientemente, trovando timbri e colori davvero personali.



Benché strutturato in un continuum, “Mantram” per contrabbasso solo e il primo movimento della “Suite n.11” per pianoforte del compositore Giacinto Scelsi chiudono idealmente la prima parte del concerto. Mentre la prima composizione si ispira ad un canto anonimo in cui riecheggiano nostalgici suoni di un Oriente ormai lontano, la seconda centra appieno un ideale di sfericità del suono tanto caro al compositore. Il suono estratto dalla fisicità apparentemente flebile di Irene Pucci si fa grosso, intenso... grandissimo. Infatti qui, una stessa nota, ribattendo a lungo, si amplia a tal punto da creare poco a poco una vera struttura armonica, dove - con le parole del compositore- “solo lì dentro c’è tutto”.
Per tentare di comprendere le “voci nuove” siamo chiamati necessariamente ad indagare il rapporto fra i grandi compositori del passato e le nuove espressioni della composizione contemporanea. E’ per questo che il compositore Maurizio Pisati si è offerto come architetto ed ingegnere per la costruzione di un ponte ideale tra l’estetica compositiva sua e del suo tempo con quella di Domenico Scarlatti. Le sonate K 27, K 466 e K 14 sono state presentate come termine di paragone per questo esperimento simbiotico: eseguite prima nella loro veste originale, sono poi state ripresentate tradotte per chitarra dal compositore milanese, eseguite dalle sei corde di Walter Zanetti. Qui “traduzione” non sta per trascrizione, ma incarna un lavoro di ri-elaborazione tematica, come se il pezzo non fosse stato scritto per pianoforte. Risulta quindi emblematica, in questo senso, l’ aggiunta di un Largo e di una Cadenza nel lavoro di traduzione della sonata K141 in re minore.
La stesse idee di manipolazione e ri-composizione presentano un assorbimento quasi totale del
linguaggio musicale scarlattiano, non potendo che sfociare in un lavoro di “parafrasi”: ecco, in
prima assoluta, la “Parafrasi Scarlatta” per chitarra e contrabbasso amplificati. E non poteva
chiudersi in altro modo questo intenso incontro con il FontanaMIX Ensemble se non con la
particolare consapevolezza di essere “heideggerianamente” eredi di una cultura che ancora oggi
mostra vivi segni di continuità.
Per altre voci, il prossimo appuntamento sarà sabato 5 febbraio.

Carlo Siega 20-01-2011

1 commento:

Leonardo De Marchi ha detto...

Una recensione interessantissima! Grazie Carlo! Non sapevo che Zanetti fosse attivo nell'ambito dei nuovi linguaggi della chitarra.