venerdì 9 ottobre 2009

Intervista di Gisbert Watty con Empedocle70 parte quarta

Come sono nate invece le collaborazioni con Massimo Lauricella e Fabrizio De Rossi Re?

Avevo saputo da un lavoro di Piero Viti sul repertorio contemporaneo che Massimo Lauricella aveva composto un’opera per flauto e chitarra. Conoscevamo la sua musica e Luciano aveva già eseguito un suo pezzo per ensemble. L’abbiamo contattato per ottenere la partitura, ma lui non ce la voleva dare perché non era più contento del pezzo. L’aveva ritirato, ma comunque ci diceva che l’avrebbe riscritto quando sarebbe riuscito a trovare un po’ di tempo. Alcuni mesi dopo ha cominciato a lavorarci ed è nato “E tu, in triste ombra”, una composizione bellissima completamente nuova, senza alcun legame con il lavoro precedente, pubblicato poco dopo la prima esecuzione assoluta su un suo cd monografico uscito in Spagna presso la Uniò Musics.

“Venus’ song” per flauto, clarinetto e chitarra di Fabrizio De Rossi Re è nato dalla possibilità offertaci dal Theater der Stadt Velbert di commissionare una composizione nuova ad un autore italiano. All’epoca non ci conoscevamo di persona ed abbiamo concordato tutto al telefono e via e-mail. Quando aveva terminato il pezzo mi ha dichiarato che aveva trovato la base di partenza per la composizione nella canzone rinascimentale per soprano e liuto “Venus, Du und Dein Kind” di Matthias Waisel (1592) perché pensava tutto il tempo al fatto di dover scrivere un brano per un teatro tedesco, un pubblico tedesco, un chitarrista tedesco con i capelli biondi e gli occhi azzurri! L’ispirazione dei compositori è spesso una storia veramente buffa ed intrigante. Il brano è stato pubblicato dalle Edizioni Rai Trade e loro l’hanno anche pubblicato su cd l’anno scorso.


Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

Quale crisi? Io non mi preoccupo di certo per le difficoltà finanziarie di alcune aziende multinazionali che hanno problemi con le loro quotazioni in borsa e non si interessano davvero per il lato artistico del prodotto che vendono. Il digitale ha aperto incredibili possibilità a tutti noi che erano impensabili soltanto dieci anni fa.

Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se, i classici cinque dischi per l‘isola deserta.

Bream, Segovia, Beethoven, Bach, Mahler, Xenakis, Schubert, ma sono già più di cinque…

Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili?

Bach, non le opere per liuto, ma le Sonate e Partite per violino e le Suite per violoncello che mi piacciono di più con la chitarra. E poi tutte le partiture che stanno a casa mia, che voglio suonare da tanto, ma chissà quando lo farò. Per la musica contemporanea, per esempio, la “Sequenza” di Berio, “Changes” di Carter, la “Royal Winter Music” di Henze. Per studiare questi pezzi sarebbe proprio perfetta l’isola deserta con tanto tempo a disposizione.

Il Blog ha aperto di recente una nuova rubrica dedicata ai giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?

Ognuno deve trovare la sua personalità, la propria strada e seguirla con tanta passione e determinazione. Senza chiusure…

Con chi le piacerebbe suonare?

Mi mancano le collaborazioni non sporadiche con strumentisti ad arco e con i cantanti. Comunque, mi piace suonare con qualunque musicista bravo e curioso. C’è sempre tanto da imparare!

Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?

Alla fine di giugno ho partecipato a Fiesole alla prima esecuzione europea di “Repentance” di Sofia Gubaidulina. E’ un nuovo brano molto ampio di ca. 25 minuti per violoncello, tre chitarre e contrabbasso. Gli altri due chitarristi erano Luigi Attademo e Duccio Bianchi, oltre a Francesco Dillon al violoncello e Anita Mazzantini al contrabbasso. E’ una composizione bellissima, molto interessante anche perché i più importanti autori russi, con l’eccezione di Edison Denissov, non hanno finora mai dedicato una grande attenzione al nostro strumento.
Farò poi alcuni concerti in estate in Norvegia e Germania con mio fratello Siegmund e poi voglio finire le registrazioni per un cd dedicato alla musica contemporanea tedesca. Ci saranno composizioni varie (anche con flauto, clarinetto e mezzi elettronici) di René Mense, Thomas Reiner, Joerg Todzy, Thomas Böttger, Wolfgang Stockmeier e Thomas Jahn.

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