lunedì 8 giugno 2009

Luciano Berio saggista parte prima di Empedocle70


“Berio musicista è universalmente noto. Meno, ovviamente, il Berio saggista.” (Umberto Eco)

"Cercare di definire la musica è un po' come cercare di definire la poesia: si tratta cioè di un'operazione felicemente impossibile. La musica è tutto quello che si ascolta con l'intenzione di ascoltare musica". Luciano Berio

Non ho ascoltato molto di Berio, alcune sue Sequenze, davvero poca cosa. Per non so bene quale motivo mi sono avvicinato a lui in maniera indiretta e inusuale, invece di partire dalle sue musiche ho cominciato dai suoi libri, due per la precisione “Un ricordo al Futuro. Lezioni americane” edito nel 2006 dalla Einaudi e “Intervista sulla Musica” del 2007 per Laterza. Non si tratta di “grandi” libri: 114 pagine il primo e 166 il secondo, ma opere che colpiscono per la straordinaria densità degli argomenti, trattati, sviscerati, ripresi più volte in forme diverse e per la precisa, lucida visione musicale, filosofica e umana che emerge da queste pagine.

Berio è nato a Oneglia, terra ligure famosa sia per il suo olio d' oliva che per il carattere scabro, ispido, della sua gente, tanto per capirci era di quelle parti un personaggio come Sandro Pertini. A Oneglia Luciano Berio è nato il 25 ottobre del 1925, figlio di un musicista, Ernesto, che a sua volta era figlio di Adolfo, musicista anche lui. Nonno Adolfo, come racconta Berio nipote in “Intervista sulla Musica”, era nato intorno alla metà dell’800, organista e compositore, riponeva tutto il suo orgoglio nel vincere le gare locali d' improvvisazione all' organo. Adorava Verdi, odiava Wagner, di tanto in tanto scriveva qualche polka o qualche valzer che dedicava a questa o a quella principessa europea. Nessuna di loro ha mai speso una parola per ringraziare di quegli omaggi l' oscuro maestro. Ernesto, suo padre, era già diverso. Aveva frequentato il Conservatorio a Milano, compagno di studi di De Sabata, componeva lieder, romanze per voce e pianoforte come dettava la voga del tempo. Luciano Berio lo ricorda ancora, ombra indistinta, resa più precisa nella memoria solo dal martellare secco dei tasti, mentre suonava il piano per accompagnare i film muti in uno dei cinematografi di Oneglia. In una bella metafora li definisce due tipi diversi di pane: il nonno era come il pane fatto in casa, rude ma saporito, il padre come il pane del fornaio, più raffinato e con meno sapore. Lui comunque si era per fortuna accorto abbastanza presto che non si vive di solo pane. Doveva trattarsi comunque di un pane buono e nutriente quello della famiglia Berio se nelle interviste quegli anni sono ricordati come un periodo di assoluta felicità, con papà Ernesto che faceva quartetto in casa con certi strumentisti che nella vita erano commercianti di olio o di sapone. Quel pane fu la sua dieta musicale base, l' alimento di partenza. Poi vennero gli altri musicisti, quelli importanti, della formazione: Ghedini e Paribeni durante gli anni di Conservatorio, Bruno Maderna, Henri Pousseur, Luigi Dallapiccola.
Bruno Maderna. Quando parla di lui Berio sembra quasi raccogliere un cedimento emotivo. Veneziano, Maderna era di cinque anni più giovane di lui. Quando si conobbero, nel 1953, erano tutti e due intorno alla trentina, poco meno poco più. Diventammo subito amici scrive Berio, nel senso più esteso, e completo, che questa parola può avere. Lo diventarono al punto che Berio fatica a parlare di lui e non per scarsità ma per eccesso d' affetti verso quel suo amico geniale, scomparso troppo presto, in modo così doloroso. Tra le tante, due esperienze legano Berio a Maderna: Darmstadt, sede dei leggendari corsi musicali, e il non meno celebre studio di fonologia allestito dalla Rai a Milano nei primi anni Cinquanta, al quale collaborò tra gli altri Umberto Eco. Da allora molte cose sono cambiate, non ultima quella che se qualcuno oggi proponesse alla Rai d' allestire uno studio per coltivare esperienze musicali d' avanguardia, coi tempi che corrono si ritroverebbe scaraventato in strada dagli uscieri. Per quanto riguarda Berio dopo di allora ci sono stati dieci anni d' America (Harvard e Julliard School of Music), molta musica, molte mogli (tre), molti figli (cinque).

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